Siamo ciò che mangiamo, si dice. Sono convinta che la medicina migliore, specialmente per alcune patologie, sia proprio quella di mangiare bene e sano. Penso alle persone affette da insufficienza cardiaca, per i quali, ad esempio, il sodio è veleno. La miglior cura è sicuramente un intervento efficace sull’alimentazione, in particolar modo dopo le dimissioni dall’ospedale.
Accompagnare il paziente dopo il ricovero, aiutandolo ad osservare una dieta idonea alla sua particolare condizione, è stato oggetto di studio ed analisi. Attenzione però che seguire una dieta povera di sodio non significa restrizione calorica, quindi malnutrizione, tutt’altro!
È stato infatti scientificamente provato che, attraverso un intervento mirato ad una alimentazione corretta in questo tipo di persone, si sono ridotti sia i ricoveri che i giorni di permanenza all’ospedale. Come? Presto spiegato: ai pazienti con insufficienza cardiaca cronica o acuta, dimessi dall’ospedale, venivano somministrati, a domicilio, pasti ricchi di potassio e poveri di sodio. Il risultato è stato di miglioramento della salute e di conseguenza della qualità della vita.
Il sodio altro non è che il comune sale da cucina, contenuto in tantissimi alimenti e che può portare a stressare non poco il cuore, bisogna quindi stare molto attenti. Quante volte avete sentito dire che è meglio consumare alimenti a più basso tasso possibile di sodio, pericoloso per il cuore e per i reni? Perfino le aziende distributrici di acqua sfruttano, nelle proprie pubblicità, il pregio di contenerne pochissimo.
Il potassio invece, come sapete, fa molto bene, ed è un minerale indispensabile per il buon funzionamento dell’organismo. È presente soprattutto nella frutta, nei legumi e nelle verdure. So che avreste preferito vi dicessi che lo trovate nei formaggi e nel cioccolato, ma mi spiace…rimarrete delusi.
Torniamo a noi. Come ho già detto, è scientificamente provato che una dieta povera di sodio e ricca di potassio, provata su diversi pazienti affetti da insufficienza renale o cardiaca e dimessi da un ospedale, fa bene. Dopo 4 settimane di trattamento e altre 12 di monitoraggio, ne hanno infatti tratto molti benefici. Lo studio si è focalizzato su persone over 55, per questo si può tranquillamente affermare che fa bene particolarmente alle persone adulte e anziane.
Penso infine che sarebbe opportuno, nel percorso post ospedale, inserire pasti appositi per queste persone. Certo, questo tipo di trattamento potrebbe risultare forse troppo dispendioso… ma la salute non ha prezzo, questo dobbiamo ricordarcelo sempre.