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5 Febbraio 2018

Cosce e glutei: la cellulite interessa 9 donne su 10 senza distinzioni di età. Una corretta alimentazione può aiutare a combattere l’inestetismo più diffuso e temuto da ogni donna

La cellulite: cause, conseguenze e rimedi. Oggi ho deciso di trattare un tema tanto delicato quanto diffuso, che può interessare tutte le donne indipendentemente dall’età e dal peso. La classica pelle a buccia d’arancia, un inestetismo che provoca insicurezza e disagio, è causata da un accumulo di grasso sottocutaneo che si concentra in determinate parti del corpo.

Cellulite nelle gambe, cellulite nelle natiche, cellulite a volte anche sulle ginocchia: i punti in cui la cellulite può manifestarsi sono diversi. Il risultato, però, non cambia: davanti allo specchio, in spiaggia in mezzo alla gente, in palestra o in piscina chi ha questo problema rischia di sentirsi in imbarazzo.

Come contrastare la cellulite? Esistono cibi anticellulite?
Ci sono alimenti che causano la cellulite e altri che al contrario la prevengono?

Il primo consiglio che mi sento di darvi in base alla mia esperienza di dietologa è questo: diffidate da presunti maghi e sedicenti – o seducenti – specialisti che vi propongono elisir contro la cellulite. Il secondo consiglio, invece, è più incoraggiante: non arrendetevi! E’ possibile imparare a combattere la cellulite anche a tavola facendo alcune semplici scelte.

Una dieta anticellulite efficace deve mirare a eliminare il tessuto adiposo in eccesso, contrastare la cattiva circolazione e limitare le disfunzioni ormonali. Mettendo nel piatto i giusti alimenti e impegnandosi in un’attività fisica costante, i risultati non tarderanno a farsi vedere.

Dott.ssa Adriana Forapani


Non aspettare ancora!
Se hai dei dubbi e vuoi consigli specifici per te contattami senza impegno!


Sono Adriana Forapani, dietologa e specialista in Scienza dell’Alimentazione e malattie metaboliche.

Ho diversi anni di esperienza e una ferma convinzione: è possibile dimagrire con piacere!
La dieta, infatti, non deve essere necessariamente un sacrificio, qualcosa da affrontare con paura, tensione o negatività.
Individuare e seguire un regime alimentare adatto al proprio corpo e al proprio stato fisiologico significa correggere le abitudini e gli stili di vita scorretti, aprendo la porta al proprio benessere fisico e psicologico.
Mi potete trovare a Mantova e Ostiglia per iniziare e continuare un percorso specifico seguendo i vostri bisogni e le vostre esigenze.

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29 Gennaio 2018

Da sempre si dice che le uova siano una delle cause principali del colesterolo alto, ma è ora di sfatare un falso mito. In realtà, in una dieta mediterranea equilibrata il consumo di 2-3 uova alla settimana non ha effetti a livello cardiovascolare. Non solo: l’uovo è un alleato prezioso per lo sviluppo del cervello nei bambini.

Colesterolo alto = niente uova: alzi la mano chi non ha sentito ripetere questa equazione almeno una volta nella vita. Ebbene, vi assicuro che essa è tanto famosa quanto sbagliata. E ora vi spiego il perché.

L’uovo è un alimento ricco di colesterolo – e fin qui vi hanno detto la verità – ma non è il nemico da cui occorre proteggersi anche nel caso in cui si soffra di ipercolesterolomia. Ciò che fa la vera differenza sono i tipi e le quantità di grassi che introduciamo nel nostro corpo.

La domanda che dobbiamo porci è: quanti grassi saturi e quanti grassi insaturi assumiamo?

Rispetto alla quantità di colesterolo contenuta nell’alimento che vogliamo mangiare è questo il dato a cui dobbiamo fare attenzione. Facciamo un esempio proprio con l’uovo. Il 9% dei grassi (il 50% dei quali sono mono e polinsaturi) che contiene si trovano tutti nel tuorlo, che solitamente pesa 5 grammi o poco più. Ciò significa che mangiando un uovo introduciamo gli grassi contenuti in un cucchiaino di olio o burro.

Ecco perché mangiare da 2 a 4 uova la settimana – come hanno dimostrato più studi scientifici – in realtà non aumenta il rischio di problemi cardiovascolari.

Allo stesso tempo, aggiungo io, nel nostro conteggio settimanale occorre fare attenzione a tutti quegli alimenti che contengono uova: dalla pasta ai dolci, passando per la maionese, le salse e le polpette.

Non solo le uova non fanno male se consumate all’interno di una dieta mediterranea equilibrata, ma hanno alcuni importanti benefici. Il colesterolo contenuto in esse, infatti, è importante nella formazione della vitamina D e degli ormoni e gioca un ruolo prezioso per le membrane delle cellule e le nostre funzioni cognitive.

Alcuni studi recenti condotti in Ecuador su bambini di 6-9 anni, inoltre, hanno dimostrato che le uova agiscono positivamente sulla crescita del loro cervello grazie alla concentrazione elevata di colina e DHA (acido docosaesaenoico), fondamentali nella trasmissione dei segnali nervosi.

Dott.ssa Adriana Forapani


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24 Gennaio 2018

Tante volte mi sono sentita fare questa domanda: per perdere peso è più efficace correggere l’alimentazione o fare sport con regolarità? In realtà non si tratta di scegliere una o l’altra strada, ma di capire in che condizione ci troviamo e abbracciare il giusto mix che ci farà eliminare i chili di troppo e rimanere in salute

Dopo le feste di Natale, puntuale come ogni anno, si presenta l’allarme “chili di troppo”. I pranzi e le cene con parenti e amici, durante le quali è normale concedersi qualche golosità in più, hanno fatto suonare il campanello d’allarme. La gonna è tornata a essere stretta, i pantaloni non si chiudono, quel ben noto fastidioso senso di appesantimento continuo è tornato protagonista.

E, allora, scatta la domanda. “Dottoressa, devo iniziare a fare un po’ di sport o è meglio rinunciare a qualcosa nella mia dieta quotidiana? Nelle prime due settimane del 2018 è la domanda che mi sono sentita rivolgere più spesso.

Il punto è che un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica regolare sono e devono essere le due facce della stessa medaglia se vogliamo davvero stare bene. L’una senza l’altra può darci risultati solo parziali e, a volte, anche illusori.

Mi spiego meglio. Dimagrire e perdere peso non sono la stessa cosa: parola di Adriana Forapani! Se non facciamo questa distinzione, rischiamo di prendere sempre decisioni sbagliate. Il nostro scopo, infatti, deve essere ridurre la massa grassa accumulata durante le feste senza andare a modificare la massa magra.

Chi sceglie di ridurre drasticamente le quantità di cibo, arrivando magari a saltare i pasti, avrà solo scarsi risultati e frustrazione. Certo, riuscirà a perdere peso abbastanza velocemente, ma continuerà a sentire lo stimolo della fame rischiando anche di ridurre il proprio metabolismo basale.

Di cosa si tratta? E’ la quantità di energia di cui abbiamo bisogno a riposo. Ricevendo meno energia del necessario, il nostro corpo farà scattare una sorta di “risparmio energetico” e il nostro sforzo non avrà l’effetto desiderato.

Aumentando l’attività fisica per dimagrire, d’altra parte, è normale che l’appetito sarà stimolato. Bruciando un maggior numero di calorie, il nostro corpo ci richiederà un surplus di energia.

Cosa fare allora? Occorre imparare a scegliere la giusta energia concentrandoci non solo sulle calorie, ma anche e soprattutto sui nutrienti. E dare continuità alle nostre scelte, evitando l’effetto “tira e molla”, cioè ricorrere a digiuni eccessivi dopo essersi lasciati andare a grandi abbuffate.

L’esercizio fisico regolare ci aiuterà a mantenere i risultati raggiunti e a consolidarli, oltre a regalarci uno stato di benessere psicofisico che ci farà sembrare tutto più semplice con il passare del tempo.

Dott.ssa Adriana Forapani


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Ognuno di noi ha un organismo diverso, per questo è fondamentale avere una dieta studiata apposta per te!


Sono Adriana Forapani, dietologa e specialista in Scienza dell’Alimentazione e malattie metaboliche.

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16 Gennaio 2018

Troppo spesso si legge di legami in realtà mai provati scientificamente tra presunte allergie alimentari e chili di troppo. Pubblicità ingannevoli, informazioni false, diete pericolose: fate attenzione a non cadere nella trappola di chi non vi dice come stanno le cose solo per vendervi qualcosa

C’è un legame diretto tra allergie o intolleranze alimentari e il grasso in eccesso? No. La risposta non è scontata ed è bene ribadirla in questi periodi di diete fai da te che possono provocare più danni che benefici.

Mi capita infatti sempre più spesso di vedere pubblicità in cui test diagnostici di intolleranze alimentari o allergie sono presentati come la risposta che non c’era al problema dei chili di troppo dei quali non capiamo l’origine. Allo stesso tempo alcuni test elettrodermici, l’iridiologia e altri “test bufala”, come sono stati definiti dalla comunità scientifica, si trovano facilmente in vendita con le loro luccicanti promesse anche in alcune farmacie o parafarmacie.

Eppure a oggi non esiste alcuna correlazione scientificamente provata tra allergie alimentari, vere o presunte, e l’aumento di peso. Già un anno fa si sono espresse su questo tema anche le associazioni e le società scientifiche di Diabetologia e nutrizione per contrastare il pericoloso aumento di diete alla moda completamente prive di fondamento. Una tendenza spesso cavalcata in modo furbo anche da supermercati e aziende alimentari per spingere prodotti “senza glutine”, “senza lattosio”, “senza zucchero”.

Con la salute, però, non si scherza.

Dare informazioni sbagliate o incomplete, associare l’aumento del peso a una specifica allergia o suggerire il consumo di un particolare tipo di alimenti come soluzione unica ai chili di troppo non è solo scorretto, ma può diventare pericoloso. Per combattere l’eccesso ponderale e perdere peso è necessario agire su più fronti.

Un’alimentazione corretta ed equilibrata è un primo passo importante, altrettanto fondamentale è adottare uno stile di vita non sedentario. Se vuoi scoprire altri consigli preziosi clicca qui.

Ecco che vi suggerisco di affidarvi a esperti dell’alimentazione per creare un percorso personalizzato, graduale e ragionato è l’unico modo per riuscire a perdere chili in eccesso e mantenersi in forma nel tempo, evitando stress emotivi e fisici di diete illusorie prive di fondamento scientifico.


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9 Gennaio 2018

Il buongiorno si vede dal mattino. Può apparire come un semplice proverbio, in realtà è un importante precetto da tenere a mente nelle nostre abitudini alimentari. Una buona colazione, infatti, ci può permettere sia di fare il pieno di energie per la giornata sia di tenerci al riparo da problemi cardiovascolari.

Una recente ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology ha dimostrato che chi salta la colazione ha un rischio maggiore di infarto e aterosclerosi.

Senza annoiarvi con tutti i particolari e i dati di quest’ultimo studio, è sufficiente che vi ricordiate il risultato che ha evidenziato in modo chiaro: fare una buona colazione al mattino permette di mantenere le arterie libere dai depositi di calcio e grassi alla base delle malattie cardiovascolari.

Una tazza di caffè non basta

So bene che molte persone al mattino si svegliano senza appetito e faticano a mangiare qualcosa prima di uscire per andare al lavoro o a scuola. C’è chi beve una tazza di caffè velocemente, chi un po’ di tè, chi addirittura si precipita fuori casa senza neppure essersi seduto a tavola.

Sono cattive abitudini che si possono cambiare?

La risposta è sì: in questi casi modificare la prima colazione è importante e ci consentirà di affrontare al meglio il resto della giornata. Già in passato ho scritto nel mio blog le regole d’oro per una buona colazione (ripassale qui). Abbinando alimenti solidi e liquidi il primo pasto della giornata può essere completo, invitante, digeribile ed equilibrato. Insomma, una vera iniezione di benessere da farsi appena scesi dal letto!

Quello che ora ritengo importante sottolineare è che iniziare con il piede giusto al mattino ci aiuterà anche durante il resto della giornata.

Se impariamo ad assumere il 15-20% delle calorie necessarie a colazione, infatti, più difficilmente cadremo vittime del classico languorino di metà mattina che ci porta ad avventarci sul bigné del bar davanti all’ufficio o a divorare un panino ricco di grassi fuori orario. Una buona colazione ha quindi anche il merito di predisporci a uno stile di vita più sano e rispondente al fabbisogno calorico della nostra giornata.

Dott.ssa Adriana Forapani


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21 Dicembre 2017

Sfatiamo un falso mito: non tutti i grassi fanno male. Ci sono lipidi che in giuste quantità possono far parte della nostra dieta. Sono i grassi vegetali, a cui possiamo dire di sì senza paura di pancia gonfia o rimorsi

Sì, avete letto bene. Per perdere peso non occorre eliminare i grassi dalla nostra alimentazione. Dirò di più: introdurre nella nostra dieta quelli giusti ci aiuterà a migliorare la salute e a perdere peso in modo equilibrato. Troppo spesso in passato per combattere sovrappeso e obesità si è consigliato il ricorso a diete ipolipidiche (povere di grassi) come unica soluzione. Non è così! Dati alla mano, le diete senza grassi hanno forse ridotto i numeri dell’obesità nel mondo? La risposta è NO.

Ciò che fa la differenza tra una buona alimentazione e una dieta inutile o addirittura è sempre la qualità del cibo che scegliamo. Esistono grassi sani e grassi cattivi, i loro effetti sono molto diversi.

La dieta mediterranea e i grassi buoni

La dieta mediterranea include grassi sani nell’olio extravergine d’oliva, nella frutta a guscio e nel pesce. A parità di calorie, ad esempio, l’olio extravergine d’oliva e il burro sono due grassi con effetti molto diversi per le arterie. Per questo non dobbiamo demonizzare i lipidi in quanto tale, ma solo quelli che hanno effetti negativi, imparando a non privarci di quelli giusti nelle quantità corrette.

Non è una novità, ma spesso ce lo si dimentica o si fa confusione. A fare un po’ di chiarezza è arrivata anche una ricerca condotta in Spagna per sette anni su 7.500 persone con età tra i 55 e gli 80 anni. I risultati pubblicati sulla rivista The Lancet (qui trovate il sito web) mostrano che assumere quantità controllate di grassi vegetali permette di ingrassare di meno rispetto a seguire diete ipolipidiche.

Mangiare meglio è più importante che mangiare meno

E’ proprio questo il concetto che a volte rischiamo di dimenticarci. Davanti alla bilancia che ci sottolinea la necessità di perdere peso preferiamo spesso attuare soluzioni drastiche ma miopi. Eliminando i grassi in generale pensiamo di risolvere il problema. In realtà, stiamo facendo due errori. Il primo: se eliminiamo i grassi, quasi certamente aumenteremo qualcos’altro, magari i carboidrati e non sempre in modo corretto. Il secondo: se eliminando i grassi completamente perderemo peso velocemente, non guadagneremo in salute e nel tempo faremo fatica a mantenere i risultati raggiunti.

Riduzione del peso e buona salute richiedono invece di eliminare o portare al minimo il consumo dei grassi cattivi che troviamo nei cibi spazzatura, nei dolci, nelle carni lavorate o nel burro. Per questo dico sempre a chi vuole dimagrire di concentrarsi non tanto o non solo sul calo delle calorie, ma sulla qualità degli alimenti da cui derivano.


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Individuare e seguire un regime alimentare adatto al proprio corpo e al proprio stato fisiologico significa correggere le abitudini e gli stili di vita scorretti, aprendo la porta al proprio benessere fisico e psicologico.
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14 Dicembre 2017

Esiste una relazione tra l’orario di cena e l’obesità: conoscere e rispettare il proprio ritmo veglia-sonno aiuta a evitare i chili in eccesso. Ceniamo seguendo il nostro orologio biologico! Non è difficile e ci aiuterà a sentirci in forma.

Chi vive in Alto Adige o in Piemonte è solito cenare verso le sette di sera, mentre in Sicilia e in Sardegna è raro mettersi a tavola prima delle 21. Abitudini diverse, è vero, ma non sempre senza conseguenze. Un recente studio americano, infatti, ha evidenziato che l’ora in cui si cena incide sul nostro metabolismo e sulla tendenza a ingrassare.

In piedi coi galli e a letto con le galline? Non esageriamo! Non voglio stravolgervi la vita, ma solo suggerirvi alcune attenzioni che possono aiutarvi a prevenire il rischio obesità.

Metabolismo e ritmo circadiano

Dipende tutto dal nostro ritmo circadiano: sapete cos’è? E’ il meccanismo che regola i ritmi di vita di ogni uomo sulla base di fattori esterni, come l’alternarsi tra luce e buio, e fattori interni. Non tutti siamo uguali: chi ha un ritmo “normale” si sveglia alle 7 e si addormenta verso le 23/24). Ma ci sono anche i “gufi” che si addormentano più tardi e le “allodole” che si svegliano prima. Non sono cose di poco conto, pensate che quest’anno il Premio Nobel per la Medicina è andato agli scopritori del ritmo circadiano (qui trovate l’articolo).

Torniamo a noi. Lo studi americano ha dimostrato che non solo cenare tardi è dannoso per il nostro metabolismo, ma porta a un aumento di peso. Come è stato dimostrato? Dovete sapere che il ritmo circadiano influisce sulla produzione di melatonina da parte del nostro organismo: la quantità massima è generata di notte. I dati ricavati evidenziano che l’ora di cena rispetto all’insorgere della melatonina influisce sulla percentuale di massa grassa, naturalmente a parità di pasti consumati, attività fisica, ecc.

Come stabilire l’ora di cena perfetta?

Mettete via la sfera di cristallo, non vi servirà. E’ sufficiente ascoltare il proprio corpo. Infatti non esiste una giusta ora di cena per tutti, ma solo per ciascuno di noi. A favorire l’obesità è infatti la vicinanza tra ora di cena e picco del rilascio di individuale di melatonina, praticamente l’inizio del sonno o quando state ciondolando verso il letto con gli occhi semichiusi.

Se consideriamo che il 60% di noi ha un ritmo circadiano normale, il 30% è un gufo e il 10% un’allodola… alcune conclusioni generali potremmo già trarle. Ma sarà il nostro orologio biologico a dire sempre l’ultima parola… anche sull’ora corretta per mettersi a tavola!


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6 Dicembre 2017

Ansia e stress sono sempre più diffusi: se un italiano su tre è ansioso, più di uno su cinque fa uso di ansiolitici per cercare di prevenire esaurimenti o combattere sovraccarichi psichici ed emotivi pericolosi per la salute. Prima di cercare aiuto nei farmaci – o anche in caso di assunzione di medicinali – il mio consiglio è di considerare il cibo come un valido alleato per il vostro benessere. Alcuni alimenti, infatti, sono antidepressivi naturali: introdurli nella nostra dieta quotidiana o settimanale ci consentirà di sentirci meglio con noi stessi e con gli altri.

Come riconoscerli? E’ semplice: i cibi anti stress sono quelli ricchi di vitamina B, acido folico, Omega 3, triptofano e altri nutrienti in grado di tenere sotto controllo cattivo umore e ansia. Una recente ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ad esempio, ha dimostrato che l’orzo è un potente antidoto nei confronti delle malattie da stress sociale, mentre uno studio condotto dall’Università della California ha evidenziato l’efficacia di alcuni “comfort food” come risposta positiva allo stress, purché siano assunti in presenza di uno stile di vita sano e attivo.

Ecco allora alcune indicazioni che voglio darvi se vi sentite giù o tendete a vedere tutto nero: ogni momento della vostra giornata può essere accompagnato da alimenti utili a farvi affrontare le sfide della vita con maggiore positività.

colazione vi suggerisco di scegliere frutta secca, mandorle e mirtilli: un’iniezione di antiossidanti e vitamine rinforzerà il vostro sistema immunitario. Pollice alto anche per lo yogurt, meglio ancora lo yogurt greco, ricco di proteine che stimolano la produzione di dopamina e norepinefrina e aiutano a migliorare livelli energetici, attenzione e tempi di reazione. Se siete amanti del caffè fate un piccolo sforzo e lasciatelo chiuso nella credenza: meglio una tazza di tè verde: l’aminoacido teanina stimolerà il cervello a produrre serotonina, come dimostrato da uno studio riportato sull’American Journal of Clinical Nutrition, riducendo così i sintomi dello stress.

pranzo o a cena non fate mancare mai i carboidrati, ideali per migliorare la produzione di serotonina; se possibile, sceglieteli nella versione integrale in modo che vengano metabolizzati e rilascino zucchero all’organismo più lentamente. Tra i pesci preferite salmone, sgombro, tonno, trota e aringa: la presenza di Omega 3 e il controllo di adrenalina e cortisolo faranno la loro parte. Mentre tra le carni la migliore per combattere lo stress è quella di tacchino o di pollo per la presenza di triptofano, un amminoacido precursore della serotonina. Meglio evitare invece salami e salsicce: un studio londinese ha evidenziato che un regime alimentare basato in prevalenza su grassi animali aumenta del 58% il rischio di depressione rispetto a una dieta in cui sono presenti anche dosi significative di verdure e pesce. A chi segue una dieta vegetariana consiglio i formaggi, chi segue un regime vegano può trovare un aiuto nella soia. Alcune verdure vanno bene per tutti, a partire dagli asparagi, vera e propria miniera di acido folico.

Come merenda o dessert saper rinunciare ai dolci può essere d’aiuto: la “botta” di benessere derivante da una fetta di torta o da un bigné alla crema è causata dall’impennata momentanea di zuccheri: la successiva produzione di insulina da parte del nostro corpo per contrastarla ci lascerà uno stato di stanchezza diffusa. Al loro posto vi consiglio di soddisfare gli appetiti con una banana, agrumi o una tazza di latte.


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22 Novembre 2017

Estremamente versatili in cucina e disponibili quasi ovunque nel mondo, le carote sono consumate da secoli. Gli storici ritengono che le carote siano state coltivate addirittura dagli antichi Greci e Romani; la cosa fa un po’ effetto se pensiamo che oggi per noi tutti siano diventate un alimento così basilare per la nostra alimentazione e che spesso diamo per scontato. Ma se sono state introdotte così tanti anni fa, ci sarà una ragione, no? Andiamo insieme a scoprire quali sono le proprietà di questo ortaggio.

Quali sono le caratteristiche delle carote?

Per cominciare, le carote appartengono alla famiglia delle Apiaceae, diffusa in tutto il globo, ma presente spontaneamente in Europa, in Asia e nell’Africa del Nord. Generalmente ci riferiamo alla carota come solo alla parte edibile, ovvero la radice, senza tenere in considerazione il fusto, le foglie e l’infiorescenza. Tuttavia la caratteristica che maggiormente spicca di quest’ortaggio è il suo colore più comune, l’arancione, nonostante in natura siano presenti differenti colorazioni, quali il nero, il giallo o il bianco. In cucina, come anticipato, la carota è utilizzabile in qualsiasi tipo di preparazione: a partire dalle zuppe, per poi passare alle insalate e finire agli antipasti, serviti in sfiziosi bastoncini crudi finger food. Le carote possono essere affettate, grattugiate, tagliate alla julienne, ridotte in purea, oppure fritte. Come se non bastasse vantano un lista incredibilmente lunga di benefici per la salute. Vediamoli insieme.

I benefici delle carote per la salute

Non è un caso che carotene assomigli così tanto a carota. ll termine fu infatti coniato all’inizio del XIX secolo da uno scienziato tedesco, dopo aver condotto degli esperimenti sulla carota. Il beta-carotene è infatti uno delle centinaia di carotenoidi, presenti in abbondanza in frutta e verdura. Quando i nostri bimbi ci domandano se le carote siano veramente così buone per la vista, come insegna la tradizione popolare, non possiamo che rispondere affermativamente, vista l’elevata presenza di vitamina A, nutriente essenziale al primo dei nostri sensi. Tale vitamina non è prodotta naturalmente dal nostro corpo e deve essere quindi introdotta nell’organismo attraverso la dieta. Dunque la carota si rivela un’ottima alleata per svolgere questo compito. Inoltre recenti studi hanno dimostrato che il calcio, il fosforo e il magnesio presenti nelle carote aiutano a costruire ossa robuste e sviluppare un sano sistema nervoso. In particolare, uno studio della Facoltà di medicina e scienze della salute, dell’Università di East Anglia – Regno Unito, ha dimostrato che l’assunzione di carotenoidi alimentari è rilevante per la salute delle ossa negli uomini e nelle donne. Le associazioni con lo stato di densità ossea e il rischio di frattura esistono per l’assunzione di carotenoidi specifici e le loro concentrazioni plasmatiche. Per questo il mio consiglio è quello di tenere in considerazione queste informazioni e ricordarci di quanto sia importante per il nostro organismo il consumo di carote (meglio se crude).

Che aspettate dunque? Iniziate a sbizzarrirvi in cucina!


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6 Ottobre 2017

Siete appassionati di quiz? Io sì, anche quando le risposte non sono un gioco perché riguardano la nostra salute e il nostro benessere. Ci sono tante convinzioni errate riguardanti le scelte da fare e le diete da seguire per dimagrire, ma molte volte in rete si leggono vere e proprie bufale. Per perdere peso in modo corretto e rispettoso del nostro organismo è bene non improvvisarsi maghi delle diete, ma seguire un percorso studiato su di noi con obiettivi reali, possibili da raggiungere e mantenere nel tempo. Per sgomberare il campo da falsi miti, vediamo insieme quali sono le falsità più diffuse sulle diete dimagranti.

E’ sufficiente mangiare pochissimo per dimagrire? Falso

Una dieta equilibrata, capace di regalarci benefici duraturi, deve essere regolare. Alcune decisioni fai-da-te possono infatti allontanarci dal nostro obiettivo. Se saltiamo pasti, mangiamo velocemente, facciamo spunti fuori orario o eliminiamo la prima colazione in realtà poniamo un freno al nostro dimagrimento andando a causare difficoltà digestive o irregolarità intestinali. Anche alcune buone abitudini, come mangiare frutta e verdura, se portate all’eccesso sono controproducenti.

Basta fare un po’ di sport per restare in forma? Falso

Un’attività fisica regolare contribuisce in modo importante a un buono stile di vita. Cibo e sport però devono andare insieme, uno non può sostituire l’altro. Per fare sport occorre avere la giusta energia. Lo sport inoltre contribuisce ad aumentare la massa magra, oltre che a bruciare i grassi: ciò significa avere un migliore metabolismo e poter mangiare un po’ di più senza ingrassare.

Eliminare i grassi è la regola d’oro per dimagrire? Falso

I grassi non vanno eliminati, ma adeguati a quello che è il fabbisogno di ciascun individuo. La regola d’oro è questa: un grammo di proteine per kg di peso corporeo, 25-30% di grassi, 50-60% di carboidrati. Questo è il modo migliore per perdere peso e mantenere i risultati raggiunti. Se andiamo unicamente a ridurre o eliminare i grassi, in realtà, ci creiamo da soli alcuni problemi, come l’incapacità di assorbire le vitamine liposolubili, A, D, E e K, un vero toccasana per ossa, occhi, pelle e coagulazione.

Aiuta fare una dieta drastica per perdere peso? Falso

Dopo un primo dimagrimento, il nostro corpo si ribella a diete drastiche ed eccessive. Il nostro organismo impara a difendersi riducendo il metabolismo creando una situazione nel lungo tempo pericolosa.



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